lunedì 18 marzo 2013

Iniziazione

Iniziazione

iniziato, iniziazione da iniziare e per associazione rito dal lat. ritu(m)  ‘cerimonia religiosa' Viaggio
dal dal latino inire ‘entrare (ire) dentro (in-) originariamente legato all'introduzione ai misteri religiosi, e solo più tardi a quello di ‘dare principio'

Iniziare significa andare dentro .. la cosa da scoprire, cioè sperimentare. Quindi Viaggio nel senso si penetrare nell'esperienza verso cui ci si avvia.

Il rito dell'Iniziazione, perso nel suo significato originario, è la preparazione a questo.
E' il passaggio da una fase o esperienza a un'altra. Vale a dire una nuova nascita e, in quanto tale, sacra. Da trattare con cura. Ma, prima, è necessario azzerare il passato, cioè superarlo. Questo poteva essere il senso dell'isolamento, spesso in luogo oscuro, del digiuno e dei rituali di purificazione, che precedevano la cerimonia. Essere buttato nel chaos dell'assenza (l'essere altrove rispetto all'usuale), cioè in uno stato simile al prima del conosciuto. Avere fame (mentre si eliminano le scorie del vecchio cibo) per riconoscere l'impulso e il sentire propri. Ripulirsi da qualsiasi intenzione, sentimento e pensiero precostituiti, per accogliere con purezza il nuovo. Ritornare vergine.

Dell'esperienza precedente quello che deve rimanere è l'uso appropriato di sé. Nessun ricordo attraverso cui filtrare il da conoscere, per non deformarlo.
Superata questa pausa, che rimescola quanto è stato finora sperimentato (rimodellando le funzioni) si forma una nuova base da cui muoversi ri-nati.
La celebrazione è ufficiale per condividere con la comunità questo evento che la arricchirà. Poiché se l'individuo ha messo in comune il suo essere, ogni suo miglioramento sarà tale anche per gli altri. Questa cerimonia sancisce l'avvento dell'Inizio. E il cerimoniere che lo rende sacro si impegna, bene-dicendolo, ad accompagnarlo e sostenerlo. L'Iniziato indossa nuovi abiti per procedere, a indicare che è tornato indietro dal chaos, consapevole e rinnovato.

Un passagggio, un viaggio iniziatico attraverso se stessi per poter rinascere puliti, innocenti.
Ancora il dizionario etimologico sancisce il significato “che non nuoce”.
Questo è dare potere alle parole, risanare il divario che non ci permette di essere capaci di penetrare nel mistero del senso e dare senso alle nostre azioni quotidiane.
Rinascere da se stessi, ritrovare la capacità di sentire la nostra natura divina, la connessione con il Tutto, con la Natura, con qualcosa di più grande di noi ma che è dentro di noi e di cui ne facciamo parte , senza pretendere che risponda ai nostri desideri superficiali, imposti da una società che ci vuole suoi schiavi, avvinti dalle spire del denaro, del potere e della mente. Da un lato il sapere dall’altro la sapienza, nel mezzo il corpo.
Incarnare ciò che si dice è percepire , sentire dentro di sé quello che si dice con le parole.
Il silenzio nel mezzo è un momento di raccoglimento che prelude la parola e permette di coglierne il senso profondo, la sua vibrazione interiore e celebrarla dentro di noi.
Conoscere il linguaggio che usiamo, affinare l’uso della parola nel rispondere a ciò che vogliamo dire ed essere più precisi nel suo utilizzo.
Abbiamo poco silenzio, rifuggiamo da esso e parliamo molto spesso ripetendo le stesse cose più volte e mai fermandosi a sentire cosa diciamo. Qual è il suo significato profondo e come lo dico. Due aspetti: il primo relativo a cosa dico e il secondo al come, cioè l’intenzione di quello che dico. Cos’è l’intenzione se non la direzione che do alle mie parole, quel senso profondo che nasce dal mio corpo, dal tono della voce, dalla postura che prendo, dagli occhi, da qualcosa intorno a me che creo attraverso l’emozione, il colore che uso.. l’energia che spando intorno a me..per rinascere devo essere consapevole di questo passato che ancora resta bloccato nei miei muscoli, nella mia postura, nei miei occhi.
L’altro, gli altri che incontro sono lo specchio prezioso nel quale vedere ( vedere con gli occhi e con la mente) e non guardare ( Stare in guardia) se stessi. Reagiamo all’altro e non ci curiamo di vedere le sue qualità che vorremmo avere, la sua bellezza nel quale specchiarci, i suoi limiti che sono anche i nostri da vedere e provare a superare per poter rinascere ogni giorno …

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